Femminismi
Aiuto! Non sono monogamo… cosa ci faccio in questo Centro Sociale?
Categories: Malapecora

inauguriamo con questa lettera LA POSTA DEL CULO, spazio di consulenze su temi legati a sesso, amore e altre calamitá.
se anche voi avete bisogno di un consiglio, una predica o un calcioinculo virtuale potete scrivermi a ziaslavina@insiberia.net

mais amor

Cara Slavina
spero che non ti offenda il fatto che ti chiamo cara, lungi da me il voler invadere il tuo spazio ma per le cose che scrivi e ció che rappresenti mi sei molto cara, quindi te lo dico.
(che non si sa mai, con voi femministe…)
Ti scrivo perché mi sembri l’unica persona che possa comprendermi in questo momento della mia vita. Sono senza punti di riferimento e dopo aver creduto per molti anni nella partecipazione, nella condivisione, nella forza della collettivitá… oggi mi sento solo come un cane.
Ti spiego in breve i fatti:
faccio parte di un collettivo. Ci vogliamo tutti bene, siamo amici, viviamo anche alcuni momenti belli di relativa promiscuitá (non tra maschi peró: nel nostro gruppo non c’è nemmeno un frocio – cioè volevo dire un omosessuale). Ci facciamo un sacco di discorsi sul superamento delle barriere e ci capita di leggere e commentare in maniera accanita i testi sacri della teoria queer (questo per dirti che non siamo un gruppo di “antichi”, anzi… la teoria la sappiamo bene)
Peró da qui a mettere in discussione alcuni capisaldi di quello che voi fomentone chiamate il regime dell’eteronormalitá, ce ne passa. L’ho sperimentato di recente sulla mia pelle.
È successo un flirt tra me e una compagna, lei fidanzata, con un nostro compagno. Lei non voleva poi dire niente a lui, mentre io si, ma per rispetto di lei ho evitato. La storia è ovviamente emersa e ora lui (e altri) mi odiano. Dicono che ho tradito la fiducia dei compagni…
Ma di quale fiducia parlano? Il problema per me é a monte: relazioni tra compagni impostate come matrimoni e individui proprietarizzati dai partner. E ammesso che ció non sia una gigantesca incoerenza, il punto è che non ero io che avevo un patto con qualcuno, non ero io ad aver promesso (in maniera piú o meno esplicita) la mia *fedeltá*… e allora perchè sono io lo stronzo e il traditore?
Io vorrei tanto un mondo senza coppie chiuse.
Secondo te chiedo troppo?
Dov’è che sbaglio?

PS non è che per caso hai il numero di telefono di Valentina Nappi?

Un saluto a pugno chiuso
Deluso ’89

Caro Deluso,
ti ringrazio per la fiducia e comincio ad analizzare il tuo caso proponendoti un po’ di buona pratica femminista. Quello che definisci “flirt” è stato un approfondimento del rapporto che avevi con la compagna di quel compagno, che ha generato un livello maggiore di empatia tra voi e una confidenza e la voglia di prendersi un po’ piú cura l’uno dell’altra – o si è trattato solo di qualche (speriamo almeno ricca) scopata?
Questo elemento di riflessione forse non aggiungerá nulla all’interpretazione generale dei fatti (le sovrastrutture ci dominano, certo) peró è un primo passo verso una comprensione piú completa della questione. Sapere cosa ci hai messo tu in questa relazione (a parte il cazzo) è una forma di quello che noi femministe chiamiamo il partire da se’, che spesso molto somiglia all’autocritica, territorio abbastanza poco frequentato in area di movimento.
Tu mi scrivi perchè sai che in me troverai una sponda solida al discorso “la coppia chiusa è una merda”, ma io e te sappiamo bene che nelle relazioni tra persone spesso entrano in gioco dei fattori che vanno al di lá delle deficienze contestuali. Ci possono entrare. Ci devono entrare. Per come la penso io, la vera Rivoluzione comincia da lí (o finisce…).
Ma veniamo a quello che ti interessa e che puó essere importante condividere: la dinamica collettiva.
Se sei nato nel 1989, potresti non aver sofferto abbastanza del rinculo che ha traumatizzato molti e molte militanti cosiddette di sinistra, quindi te lo dichiaro senza indugiare oltre: la teoria del Socialismo in un solo paese non ha funzionato. Che cosa voglio dire usando questa arditissima e superficiale metafora? Che in un gruppo di compagne di compagni (e viceversa) non puoi pensare di essere l’unico promiscuo senza incorrere in qualche fragoroso fallimento.
Io non credo che i tempi non siano maturi per un cambio radicale nella nostra maniera di immaginare e vivere le relazioni, dandogli il giusto e necessario peso politico, peró la realtá dei fatti spesso mi dá torto.
La Rivoluzione che tanto agognamo si ferma quasi sempre sulla soglia della camera da letto, spesso non entra proprio in casa.
E di chi è la colpa?
Ti racconteró un aneddoto di quelli che secondo me sono fondanti, nella nostra cultura e nel nostro immaginario di post-la qualsiasi.
Quasi un secolo fa, nel 1920, l’attivista femminista Clara Zetkin ebbe un’emozionante conversazione privata con il compagno Lenin. Clara lavorava in Germania, si occupava della formazione e dell’organizzazione delle compagne operaie e oltre ai temi legati ai diritti del lavoro si era avventurata proprio nel terreno minato del matrimonio e della sessualitá, producendo una serie di opuscoli informativi (che non ho avuto il piacere di leggere ma che penso vertessero su contraccezione e cose simili, non sul poliamore…) che vennero aspramente criticati e censurati dal grande padre della Rivoluzione tm.
Lenin fu brusco e deciso nel negare l’importanza della questione sessuale, definendola una necessitá borghese e secondaria rispetto alle esigenze del proletariato mondiale. E Clara si fece convincere a mandare al macero tutti quei cazzo di volantini, con tanti saluti e pure ringraziando la luciditá del compagno Lenin.
Ora tu mi dirai, ma che c’entra questo? Siamo nel 2014, il sesso è un campo di studi ormai complesso e stratificato, abbiamo saputo, abbiamo sperimentato, possiamo tutto – in teoria.
In pratica, le relazioni sessoaffettive, non riescono ad essere quasi mai una prioritá per le compagini in lotta per un mondo migliore.
Ci provano alcuni gruppi queer, ne parlano molte femministe, ma nel quotidiano è molto raro che si riescano a mettere veramente in discussione le strutture del familismo patriarcale e dell’etero(o omo)norma e a farlo in maniera politica, trasparente, aperta e condivisa.
Per quanto mi riguarda sono convinta della potenza non solo simbolica dello slogan del fu Subcomandante Marcos “Un esercito di amanti è un esercito invincibile” mentre credo che un esercito di coppie sia un incubo orrendo.
Ma le cure d’urto, in questo settore specifico, non funzionano. E molti e molte che si definiscono moderni e militanti in realtá credono ancora al “Tra moglie e marito non mettere il dito”, quindi il mio consiglio spassionato, caro Deluso, è di stare attento a dove metti il dito, perchè se adesso ti pesa l’ostracismo del tuo gruppo, alla prossima il dito te lo tagliano.
E la rivoluzione sessuale ha bisogno di uomini, donne e favolositá intere. Non sai quante cose bellissime si possono fare con un dito (o forse sí?).
Scegli meglio le tue complicitá sessoaffettive, costruisci reti, non ti fermare ai due colpi di una sera: piú che di parole, teorie e aneddoti la distruzione dei modelli patriarcali di relazione ha bisogno di buoni esempi e buone pratiche. Delle dimostrazioni nella realtá che è possibile amarsi e stare insieme senza rivendicare un diritto di proprietá sul corpo e i pensieri del nostro oggetto di desiderio e d’amore.
É un cammino lungo e complicato e se scegli di percorrerlo non aspettarti risultati a breve termine ne’ un successo immediato. Quello che ti posso garantire io è che arricchisce e riempie e spesso ripaga delle frustrazioni che la lotta tm ci elargisce a piene mani.
E nessuno sgombero te lo puó togliere.

PS Chiedi ai compagni di Microminchia.

buoni amori e buone lotte,
zia Slavina

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